Da oramai più di 4 anni la Fondazione Peretti porta avanti con grande impegno il sostegno a un importante progetto dell’Ulss 5: l’attività fisioterapica a domicilio. Il progetto ha l’obiettivo di mettere a disposizione un fisioterapista a quei malati che non possono muoversi, dando la precedenza ai più gravi e a chi versa in condizioni economiche difficili.
In poco più di 4 anni sono 318 i pazienti presi in carico per 2451 interventi a domicilio (dati aggiornati al 31 gennaio 2016). Le patologie prevalenti sono quella ortopedica (48% dei casi), neurologica (39%), palliativa (9%) e cardiologica/respiratoria (4%).
Il progetto che la Fondazione sostiene, con un contributo di 20 mila euro l’anno, si compone di tre diversi trattamenti:
Intervento educativo al corretto uso di ausili per l’autonomia motoria (es. deambulatore). La seduta avviene di due tempi: nel primo si insegna l’utilizzo degli ausili all’assistito e ai suoi familiari e si effettua una valutazione ambientale per rendere la casa più sicura e rimuovere gli ostacoli alla deambulazione. In un secondo tempo ci si concentra su alcuni aspetti critici per rinforzare l’apprendimento e la motivazione dell’utente e dei caregiver;
Trattamento riabilitativo a pazienti dimessi dagli ospedali di comunità aziendali in continuità con percorsi di cura già intrapresi. Questo intervento permette all’assistito di rientrare prima al proprio domicilio, con un effetto positivo sulla qualità di vita. Il fisioterapista ha inoltre la possibilità di adottare trattamenti mirati, finalizzati a ottenere il maggior livello di autosufficienza nello specifico contesto;
Intervento palliativo per lenire la sofferenza e mantenere livelli ottimali di benessere e autosufficienza a pazienti con aspettativa di vita di qualche settimana.
Perché è importante questo progetto? Come spiegano dall’Ulss, l’innalzamento dell’età, l’incremento delle patologie croniche e l’aumento dei livelli di dipendenza comportano un notevole impegno assistenziale per le famiglie. La presenza di un fisioterapista a domicilio non solo ha fornito prestazioni riabilitative di alta professionalità con risultati tangibili, quali il rientro precoce a casa di persone che sarebbero altrimenti dovute permanere più a lungo negli ospedali di comunità (con tutti i rischi connessi all’ospedalizzazione sia di tipo sanitario sia sociale) e un recupero della funzionalità tagliata su bisogni specifici, ma ha anche lenito la fatica di coloro che assistono il loro congiunto, preservandone le energie e aumentandone la motivazione.
La rivista nazionale “Panorama della Sanità” ha pubblicato a giugno 2013 un articolo sul progetto dal titolo Una sfida per la qualità della vita – cure a domicilio e disabilità nel quale si illustra la partnership pubblico-privato sperimentata dal Fondazione Graziano Peretti e l’azienda Ulss 5.